31 Luglio 2020
I viaggi spensierati con gli amici si sa sono sempre i più belli, ma quando viaggio con loro due (Andrea e Giammarco) non si sai mai come può andare a finire. Sono le 14 e ci troviamo a Novara pronti per partire alla volta delle Dolomiti Bellunesi. Il nostro obiettivo è visitare le famose Tre Cime di Lavaredo e la località più prossima alle stesse è Auronzo di Cadore. Ma avendo prenotato solo pochi giorni fa sono riuscito a trovare un alloggio a Pieve di Cadore, ovvero un pò più distante.
Partiamo ed imbocchiamo l’A4 in direzione Venezia e dopo un paio d’ore ci fermiamo in autogrill per darci il cambio alla guida. Mentre torno dal bagno accade una cosa che da li a poco avrebbe portato ad un piccolo stravolgimento del viaggio. Andrea ci fa notare di aver comprato un gratta e vinci, decidiamo subito di vedere se siamo fortunati e a quanto pare è proprio così, vinciamo € 50. Riprendiamo il percorso e vedendo l’indicazione Venezia sempre più prossima, chiamiamo l’hotel per avvisare che tarderemo, decidendo così di sfruttare la piccola vincita per fare una deviazione non prevista.
Sono quasi le 18 quando mi ritrovo a fare una cosa che mai avrei immaginato: guidare a Venezia. Qua le poche vie percorribili portano ai parcheggi del Tronchetto e di Piazzale Roma, proprio in quest’ultimo posteggio e ci avviamo verso il vaporetto. Il vaporetto, per chi non lo sapesse, è il traghetto urbano utilizzato per muoversi a Venezia, equivale in pratica ad un autobus, solo che anzichè percorrere strade, percorre i canali sull’acqua. Ovviamente anche il biglietto ha un costo diverso, difatti una corsa costa ben € 7,50.
Mentre percorriamo il Canal Grande, sorrido a pensare di ritrovarmi qui, quando non era stato minimamente preventivato. All’improvviso sento una sirena e si palesa una barca coi lampeggianti con scritto ”ambulanza”, non dovrei ma mi fa quasi ridere. Sarà forse la decima volta che visito questa città, eppure ogni volta rimango meravigliato da quanto sia particolare e unica. Scendiamo a Rialto e mi rendo conto che Venezia così non l’ho mai vista, nessuna calca, nessuna comitiva di turisti, ma ahimè anche diversi negozi tristemente chiusi.
Ci perdiamo tra le calli fino a raggiungere Piazza San Marco, sorprendentemente quasi deserta rispetto al solito. Quando sono ormai le 19.30 ci fermiamo in cerca di ristoro presso un Bacaro, ovvero un locale tipico in cui vengono serviti i tradizionali Cicchetti. I Cicchetti sono delle piccole porzioni di cibo simili alle tapas spagnole, che vengono di solito accompagnate con lo spritz o del vino. Ceniamo prima al caratteristico Bacaro al Ravano e poi non ancora sazi ci spostiamo in un altro locale poco distante.
Rientriamo all’auto poco prima delle 22.00, e percorriamo prima l’A4 e poi l’A27 in direzione Belluno. Raggiungiamo Pieve di Cadore attorno a mezzanotte e troviamo con facilità l’Hotel Cavallino, dato che si trova sulla strada principale. Doccia veloce e a letto, pronti a fare la levataccia l’indomani per salire verso le Tre Cime.
1 Agosto 2020
Sono le ore 6.30 quando suona la sveglia, solitamente farei fatica ad alzarmi, ma oggi so che presto ammirerò un sito patrimonio Unesco. Allora raccolgo tutte le forze ed in poco tempo sono pronto per fare colazione e partire. Per visitare le Tre Cime di Lavaredo bisogna raggiungere il rifugio Auronzo che si trova poco oltre Auronzo di Cadore, su una strada in cui l’ultimo tratto è a pedaggio e si paga 30 € per veicolo. Una volta pagato il pedaggio però si ha la certezza di avere accesso al sito, in quanto mi è stato consigliato di salire presto per evitare di trovare la strada chiusa.
Raggiungiamo il rifugio e parcheggiamo come possiamo, vista la sfilza di auto alla ricerca di un posteggio. Per questa avventura mi sono ben attrezzato con scarponi, pantaloni tattici (ovvero corti che si estendono e diventano lunghi), giubbino e maglioncino; tutta roba che non è servita poichè nonostante gli oltre 2000 metri il caldo è stato a tratti insostenibile. Fondamentali sono stati invece acqua, sali minerali ed una barretta di cioccolato.
La nostra visita prevede il classico percorso che gira attorno alle Tre Cime. Iniziamo percorrendo il sentiero 101 classificato con livello di difficoltà F+T (ovvero Facile e Turistico, quindi alla portata di chiunque). Saliamo di 100 metri di dislivello fino alla Forcella Lavaredo dove man mano riusciamo a scorgere la più classica delle immagini della parete nord delle Tre Cime, che fino a quel momento sembravano ”nascondersi”.
Ancora mezzora di camminata e raggiungiamo il rifugio Locatelli, dove ci rifocilliamo con una splendida vista. Da qui scendiamo per ammirare più da vicino i Laghi dei Piani, due splendidi laghetti circondati dalle Dolomiti di Sesto. Riprendiamo il cammino percorrendo il sentiero 105 classificato con livello di difficoltà E (Escursionistico), leggermente più impegnativo di quello iniziale con alcuni punti piuttosto stretti ed una salita più o meno impegnativa.
Proprio in quest’ultimo tratto capita che mi si rompa uno scarpone, non impedendomi comunque di completare il mio percorso. Rientriamo finalmente al Rifugio Auronzo dopo aver effettuato un percorso ad anello di oltre 4 ore di camminata attorno alle cime più famose delle Dolomiti. Stremati rientriamo in hotel per la doccia ed un pò di riposo meritato.
Dopo esserci letteralmente rigenerati, ci prepariamo per passare la serata nella non distante Cortina d’Ampezzo. Ma a farci compagnia ci sarà un’amica indesiderata che ci accompagnerà per tutto il tempo: la pioggia. La serata trascorre comunque in maniera gradevole. In poche d’ore ceniamo assaporando alcune delle prelibatezze locali e riusciamo a fare un giretto per Cortina, che a dire il vero ci sembra una località un pò sopravvalutata.
2 Agosto 2020
Oggi la sveglia per fortuna suona alle 8.00. Prepariamo la valigia, facciamo colazione ed iniziamo la giornata con una breve visita del piccolo centro di Pieve. Attorno alle 9.30 partiamo invece alla volta del Lago di Braies. E’ un luogo ormai divenuto tappa fissa per i visitatori delle Dolomiti, grazie anche alla popolarità acquisita da tempo su Instagram. Braies è un comune sparso ovvero non presenta un unico centro abitato ma più frazioni, per raggiungerlo seguo le indicazioni per il lago, varcando il confine col Trentino Alto Adige.
Il tratto finale della strada è chiuso al traffico, si può arrivare fino all’altezza di Ferrara (frazione di Braies) e lasciare l’auto in un parcheggio. Da qui è poi possibile prendere la navetta per raggiungere il lago al costo di € 6 A/R. Al contrario dei miei amici, il lago di Braies in realtà l’ho già visto solo pochi mesi fa e ci ho pure camminato sopra, in quanto durante l’inverno è del tutto ghiacciato.
Quando scendiamo dal bus e ci ritroviamo sulle sue sponde però, l’immagine che mi ritrovo davanti è completamente diversa da quella vista in precedenza. Il Lago di Braies è assolutamente incantevole, un acqua pulitissima e dai colori bellissimi, con la cima della Croda del Becco a fare da splendida cornice sullo sfondo. Scatto diverse fotografie, tra cui quella ormai iconica con la palafitta in legno in primo piano, proprio da lì è possibile affittare una barca per un giro.
Noi decidiamo invece di percorrere a piedi il sentiero che gira tutto intorno al lago, impiegandoci poco più di un’ora. Non male considerando il fatto che solo dopo averlo percorso ho scoperto che normalmente ci si impiega un paio d’ore per terminarlo. Verso mezzogiorno torniamo all’auto e ci dirigiamo in direzione Brunico per un pranzo tipico. Qua i sapori subiscono l’influenza della vicina Austria, ma non manchiamo di assaggiare un prodotto tipico per eccellenza del territorio, ovvero lo Speck dell’Alto Adige.
Dopo un breve giro per le vie del centro di Brunico riprendiamo la strada verso casa improvvisando un pò il nostro rientro a tappe. Bolzano ci tenta ma alla fine propendiamo per fermarci nella meno popolosa Bressanone che è comunque la terza città della provincia con circa 20 mila abitanti. Bressanone sorge sulle sponde del fiume Isarco a 560 mt slm. Facciamo un bel giro per il centro storico, scoprendo che è ben più grande di quanto ci aspettassimo, in ogni caso è davvero grazioso e tenuto molto bene.
Riprendiamo la strada con l’idea di un’ulteriore sosta in orario aperitivo o al limite per cena. Stavolta niente idee pazze come all’andata e così scegliamo di fermarci in un luogo in cui ancora nessuno dei tre è mai stato: Sirmione. Sirmione è sicuramente una delle località più belle e turistiche del Lago di Garda ed il suo centro storico sorge lungo una penisola. Dopo aver parcheggiato poco distante, accediamo al centro storico passando per il Castello Scaligero, caratteristico per le sue particolari fortificazioni lacustri.
Dopo un giro perlustrativo, decidiamo di cenare in riva al lago. Scegliamo una bella location come il ristorante Caruso, dove ci godiamo una cena vista lago direttamente seduti su delle piattaforme sull’acqua. Dopo cena andiamo in cerca di un gelato e la ricerca si rivela più facile del previsto: credo di non aver mai visto in vita così tante gelaterie concentrate in pochi metri , ognuna si presenta con numerosi gusti e con i formati più disparati. Salutiamo Sirmione sul calar della sera col castello illuminato dai colori della bandiera italiana, quasi a ricordarci come questa tre giorni sia stata all’insegna delle bellezze della nostra splendida nazione.